Il Meglio di G.Prezzolini by Giuseppe Prezzolini

autore:Giuseppe Prezzolini
La lingua: ita
Format: azw3, epub
pubblicato: 2018-02-02T23:00:00+00:00

V

Perché questo sia avvenuto in Italia è facile capirlo considerando quello che è il liberalismo e quello che era od è la classe che ha sostenuto i liberalismo in Italia. Era essa una classe colta, tollerante, umana? Ha essa applicato e sostenuto le idee liberali?

Lascio ad ogni persona mediocremente osservatrice di rispondere.

Il liberalismo è, in realtà, una mentalità e una consuetudine, fattasi in otto secoli di politica sociale in Inghilterra, ed applicata nei suoi ultimi resultati all'Italia dove ha resistito appena sessanta anni, senza un energico tentativo di acclimazione, anzi con progressivo disintegramento e degenerazione delle sue principali caratteristiche. Dai tempi in cui alcuni aristocratici piemontesi, nutriti di studi e di mode anglosassoni, tornarono con il sistema parlamentare inglese in Italia, noi abbiamo assistito ad una progressiva caricatura e italianizzazione del sistema. Non avendo la forza di abolirlo, lo abbiamo sempre più adattato ai nostri bisogni e alle nostre storiche consuetudini. A Napoli, in certe case popolari, dove fu messo il bagno a gente che non sapeva né voleva lavarsi, la vasca servì da vaso per i pomodori o da recipiente di sgombero.

In Italia il sistema parlamentare, che era nato per criticare e limitare le spese del sovrano, servì per accrescerle in ragione delle più forti clientele. Non bisogna regalare le sveglie ai negri e le stufe elettriche agli esquimesi, se prima non sono stati a scuola. Ma la scuola in politica non esiste perché ogni popolo deve fare le proprie esperienze e non impara da quelle degli altri, se non con grandi cautele.

L'Italia è un paese tradizionalmente antiliberale. Storicamente non soltanto il nostro popolo non ha mai creato istituzioni liberali ma ne ha creato di nettamente contrarie. Nostro il Comune, governo di classe; nostra la Signoria, governo di un uomo o di una famiglia, che attira e domina per le sue «virtù» nel senso cinquecentesco, dalla preminenza fisica a quella del denaro, Il popolo capisce la parte, la famiglia, il dittatore, ossia i governi della libertà per alcuni; non ha alcuna simpatia per i governi che garantiscono la libertà per tutti.

Il regime liberale in Italia, soprattutto dacché si allargò il suffragio, diventò una caricatura, o meglio una commedia. Noi abbiamo avuto dittature: di Depretis, di Crispi, di Giolitti. Noi abbiamo avuto un liberalismo che non era liberista in materia economica; che non lo era in materia scolastica; che non lo era per le carriere, se non in parte.

In realtà il liberalismo è stato il governo dei commendatori, dei «prominenti» come nelle colonie di America i nostri connazionali chiamano coloro che a forza di arraffare sono diventati più ricchi. Il regime liberale ha travestito un regime di classe. Tutti i regimi sono, in fondo, di classe. Ma qui la classe non si mostrava capace di assumere gli obblighi e di sentire gli interessi di tutto un popolo; intesa la parola «interessi» in un senso più alto del pane quotidiano, e cioè come visione di un avvenire, come missione, come miglioramento, come innalzamento. Il liberalismo era, in Inghilterra, privilegio, un privilegio pagato da servizi utili.

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